Una piacevole scoperta.
L’Agordino in uno dei suoi aspetti migliori. L’Agordino che guarda con grande emozione verso la Regina, la Marmolada illuminata da un bellissimo sole di stagione. La Val Franzei, un ampio alpeggio in alta quota che guarda verso un meraviglioso cielo azzurro lungo la Val Pettorina in quel frangente geografico che si divide tra Malga Ciapela e il centro abitato di Sottoguda.
Il territorio comunale è quello di Rocca Pietore, una bellissima e tranquilla località turistica ai piedi del Col di Lana, nei versanti maggiori dell’Agordino stesso nelle Dolomiti Bellunesi. Salgo in Val Franzei per la prima volta, incuriosito da foto e info che in modo del tutto spontaneo mi sono giunte e che io colgo come punti di riferimento e d’interesse da non sottovalutare. So per certo che si tratta di un cammino breve, inizialmente tra i fertili boschi di questi territori per poi aprirsi in quello che io considero l’ennesimo Paradiso tutto da vivere, tutto da osservare con occhi sempre nuovi.
La strada provinciale 641 è l’unica arteria viabile che collega Sottoguda con Malga Ciapela, il punto di partenza della grande funivia che porta in breve tempo sul “tetto” delle Dolomiti in quei 3343m di Punta Penia. Ma quella è un’altra storia, che forse prenderà vita in un futuro prossimo. Scendendo da Malga Ciapela l’ultima galleria a gomito, un centinaio di metri per una curva sulla sinistra dove inizia a salire nell’immediato una strada forestale. Di li a poco lungo la provinciale a un centinaio di metri un ampio parcheggio sulla sinistra per la propria auto.
La fitta vegetazione non offre inizialmente spazio al mondo circostante. Ampi spazi illuminati dal sole guardano verso i versanti più a Nord, rivolti a quelle alte creste erbose che dalla vetta del Migogn seguono una linea be definita in direzione del Fedaia e successivamente di Porta Vescovo. In alcuni frangenti delle belle “aperture” visive che guardano verso la Val Pettorina, verso Sottoguda e Rocca Pietore con ampi spazi verso la più lontana Val Fiorentina. Il Cernera, la vetta del Mondeval e ai loro piedi Selva di Cadore solo per citare alcuni spunti.
Rimango ancora all’ombra del mio sole, cosa non da poco per l’attenzione speciale che riservo sempre alla nostra stella primaria. Alcune legnaie di stagione si nascondono all’interno dei boschi. Ben preparate e sistemate a dovere da ispirare qualche foto, quei fermi immagine che di speciale raccolgono anche il primo punto di vista che ora guarda verso la Marmolada. Effetti ispirativi di grande effetto, una piccola pausa per qualche istante in cui abbracciare la Regina con queste piccole strutture e che nel mio pensiero raccolgono una piccola parte di quell’antica cultura di montagna che da sempre ricerco durante i miei lunghi cammini.
E’ una serpentina che in alcuni tratti sale veloce, allungando leggermente il mio respiro. Ampi spazi di deforestazione che portano con se ciò che ancora Vaia lascia in eredità. Questo apre sempre di più quei punti di vista verso la Marmolada, sebbene tutto questo dovuto da una catastrofe naturale che chissà per quanto tempo la Natura stessa riuscirà ad arginare. Un crocefisso, quel punto di riflessione che indipendentemente dal pensiero di ognuno di noi rimane sempre un punto fermo dove esprimere un proprio pensiero.
Un pensiero che si sposa perfettamente con quello che in questa prima fase è l’ultimo punto di vista verso la Regina, prima d’intraprendere il tratto finale di salita che si infittisce sempre di più di boschi. Con grande piacere giungo in un luogo dove una tabella escursionistica mi informa di essere giunto a Franzei. Sembra quasi una di quelle tabelle stradali a indicare una località, solo che nel mio caso la località si compone di un nuovo mondo Dolomitico che lentamente stà prendendo vita. Ma prima di quel centinaio di metri per entrarci all’interno di questo mio nuovo mondo, vengo improvvisamente attratto da un forte bagliore di luce solare che sembra quasi un illuminazione divina, una luce da seguire in modo istintivo.
Lascio temporaneamente il sicuro sentiero. Entro così nella fitta boscaglia tenendo sempre come riferimento quella forte luce che lentamente identifica anche uno ampio spazio a cielo aperto. Scopro con grande piacere una piccola baita nascosta dal mondo intero, all’interno di questo suo ambiente completamente distaccata con la realtà e da occhi indiscreti. Un ampio tavolo con delle panche in legno, una piccola legnaia e quel silenzio assoluto che contraddistingue questo luogo meraviglioso. Nell’immediato lo identifico come il luogo perfetto per una piccola pausa, sebbene per la Val Franzei ormai manca pochissimo. Ne vale la pena certo, ne vale qualsiasi possibile pensiero dove potermi sedere comodamente e ammirare la baita e tutti quei suoi colori che ora vengono accesi dal sole in lenta progressione.
Una pace surreale dove concentrare ogni pensiero alla mia vita, a quanto io sia una persona molto fortunata e a tutto ciò che di positivo questo luogo nella sua tranquillità assoluta riesce a trasmettermi. Momenti di vero piacere, di grande lavoro mentale dove aprire ogni pensiero all’ottimismo lasciando fuori tutto ciò che di negativo ora come ora si legge in giro per il mondo. Mi rimetto in marcia, tenendo lo sguardo per l’ultima volta, almeno per questa stagione, a questo luogo così intenso e particolare. Riprendo da dove quella tabella escursionistica mi dava il benvenuto in Val Franzei, le ultime centinaia di metri sempre e rigorosamente coperto da un sentiero boschivo per l’ennesimo miracolo di Natura e cultura che ora da un senso definitivo a questa mia lunga giornata.
Val Franzei – 1750m
Una valle incantata che si apre sull’ennesimo cielo azzurro di giornata. Un ampio pianoro erboso contornato da una cornice di boschi che si innalzano verso la Pala Secca (2048m), il Col Valent (1867m) e più lontano, verso i versanti più a Sud, la forma piramidale e inconfondibile della Crepa Rossa (2360m). Al centro di tutto questo un piccolo presepe composto da baite e fienili ben posizionati lungo la valle stessa a crearne un effetto visivo di grande impatto personale. Da sempre, inutile ricordarlo, nutro un grande interesse per luoghi come questi, che io identifico “storici” perchè portano con se, generazione dopo generazione, la storia e la cultura di quella montagna di un tempo che ancora mi affascina.
La valle di primo mattino mi si presenta piena di questi caldi colori. I grandi prati che compongono l’alpeggio estivo sono per metà ben riscaldati dal sole, altri frangenti ancora in penombra portano invece quel leggero strato di bianca brina e unica testimone di una notte da poco passata. L’effetto visivo è a dir poco straordinario. Una moltitudine di colori autunnali che si arricchiscono di questo leggero strato bianco dove a ogni passo percepirne la sua più totale consistenza. Una lunga e ampia strada forestale taglia in due la valle dove, sia da un lato che dall’altro, è una continua presenza di baite e fienili. Alcuni ristrutturati di recente, mentre altri datati da decenni di una vita da eterni eremiti.
Osservare, toccare, scrutarne ogni possibile punto di vista e tenere queste strutture come punto di perfetto riferimento con i boschi che circondano la valle e le vette che portano in quei versanti più lontani. Le baite stesse vanno in perfetto contrasto con questa Natura. Il legname e le travi di cui sono composte creano un effetto visivo perfetto con i colori dei boschi, con questi spazi tagliati in due dal Rio Franzei che in questo contesto è l’unico “rumore” presente al di fuori della mia presenza. Il rio, un torrente di acqua fresca che scende direttamente dalle forcelle superiori e che porta con se l’aspetto più meraviglioso di questa mia valle, di questa mia Natura.
Proseguire verso quei versanti? Certo, si potrebbe anche fare ma per ora ciò che desidero è avere tutta questa valle per me. Nessun’altra anima viva nei dintorni, e sarà così per tutta la giornata. Quale occasione migliore da cogliere al volo. Quale occasione migliore per approfittare di questa valle incantata e sentirla così parte della mia vita. Trovato il punto fermo non mi resta che lasciare lo zaino su di un tavolo leggermente più in quota rispetto alla valle stessa, e avere così una panoramica indimenticabile dell’intera valle da un punto di vista decisamente particolare.
Un pensiero tira l’altro e in ognuno di questi percepire unicamente il “bello della vita”. Ma non tutto si ferma al pensare solo al positivo. Prendo in mano anche la mia mappa dettagliata del territorio guardo e osservo con molta attenzione alcuni spunti geografici che attirano nell’immediato la mia attenzione. Come il Lago dei Negher (o Lago Giai) 2205m, che risalendo verso Forcella Franzei e successivamente la Val de la Miniera si raggiunge in meno di un paio d’ore. Ma a questo c’è tempo, sicuramente per la prossima Estate e avere così maggiore margine di luce per addentrarmi in questi per me sconosciuti versanti maggiori.
Per ora mi fermo qui. Trovo così quel mio punto ricco di riferimenti dove muovermi in assoluta libertà e senza dare spazio al tempo che scorre. Trovo tutto a portata di mano per quello che cerco oggi. La Val Franzei è ricca di tante sfumature e particolari dove fare per l’ennesima volta quel viaggio nel tempo che mi riporta nuovamente nel cuore e nella vita di un’antica montagna. L’Autunno si compone anche di questo, dove proseguire oltre a volte non serve a nulla.
Stefano
Posto magnifico con scorci bellissimi. Grazie Stefano per i tuoi bellissimi video.
Grazie Stefano!