Rifugi Preuss e Vajolet - Val di Fassa
- Stefano Germano
- 18 mar
- Tempo di lettura: 8 min
Invernale in alta quota lungo la Val de Vajolet, alla scoperta dei rifugi Preuss e Vajolet nella loro veste invernale.
E' passato un'anno esatto da quando a metà di marzo "tentai" di salire in direzione dei rifugi Preuss e Vajolet. Un periodo come l'attuale, maggiormente carico di neve e in particolar modo nelle quote superiori. Una giornata grigia e fredda dove il flusso maggiore di persone si godeva tranquillamente le piste innevate del Catinaccio e della Val de Vajolet bassa, mentre le vie di cammino più conosciute rimanevano lontane da ogni possibile attenzione.
Un insieme di fattori a rendere ugualmente possibile l'avvicinamento ai rifugi Gardeccia e Stella Alpina in tutta tranquillità, ma di avviso opposto per i versanti maggiori. Come le cronache portano in via ufficiale una tragedia accaduta qualche giorno fa in Forcella Giau nell'Ampezzano, anche allora, lassù verso il Catinaccio Rosengarten, la situazione era di eguale allerta e pericolo. La forte intensità di neve nelle quote maggiori e il clima mite davano vita a continue scariche che dal Rosengarten a Punta Emma riuscivano a raggiungere il sentiero sottostante, in quella parte finale maggiormente esposta e pericolosa per qualsiasi essere umano.

Ciampedie - 2000m
Una rinuncia che come sempre deve seguire il buonsenso, e che mi vede in questa parte finale di questo Inverno a Ciampedie all'interno di una meravigliosa giornata di sole al cospetto di un magnifico panorama che per ora vede in lontananza la mia meta. Punto nevralgico per la stagione invernale, il Ciampedie raggruppa a se una serie di strutture ricettive, che a monte della Funivia del Catinaccio vede in Baita Checco, i rifugi Bellavista, Ciampedie e Negritella la perfetta congiunzione degli impianti invernali della Val de Vajolet.
Pian de Pecei - 1802m
Un unica via di accesso viene permessa durante la stagione invernale per non intralciare in modo pericoloso le piste presenti. Un bellissimo sentiero che scende attraverso i boschi in direzione del Pian de Pecei e che costeggia l'omonima seggiovia. Una di quelle prime parti iniziali che vivo con il piacere di una bella discesa, su di una bella battitura ghiacciata e che richiama nell'immediato l'utilizzo dei ramponcini. E' questione di una decina di minuti per raggiungere così Pecei, rimanendo sempre all'interno delle frenetiche attività invernali della valle dove sono ben presenti le indicazioni "obbligatorie" da seguire per i "pedoni" in tutta sicurezza e la relativa segnaletica di sentiero.

Tracce e fantasie di un Re (Val de Vajolet)
E' così che prende vita questo facile cammino, aggiungendo un ambiente fiabesco dove all'interno di questi boschi prendono vita storie e leggende ben raccontate da fantasiosi "totem" sparsi lungo il cammino. Il sentiero si compone di una comoda strada forestale interna che su dolci sali e scendi si innalza leggermente lungo la valle, al cospetto di quel versante più a Sud del Catinaccio d'Antermoia e che nel Gran Cront e nelle Pale di Mesdì vede alcuni dei versanti rocciosi maggiori. La vista è un qualcosa di meraviglioso, un versante di pura roccia a formare una serie di crostoni e torrioni che si innalzano velocemente verso questo mio cielo azzurro.
Il cammino piacevole si perde all'interno di questo versante più a valle dell'intera Val de Vajolet, una lunga vallata che prosegue più a monte fino a raggiungere il Rifugio Passo Principe ai pedi del Catinaccio d'Antermoia. Un lungo cammino prevalentemente consigliato durante l'Estate ma fattibile anche durante l'Inverno con buona gamba a una buona condizione fisica. Boschi che per ora seguono un cammino piacevole e con quei spunti panoramici che di tanto in tanto si aprono su ciò che mi attende oltre ai primi rifugi del Gardecia, fino al raggiungimento di Malga Couler (1930m) e aprirsi nell'immediato l'immensa bellezza di tutto ciò che compone il Catinaccio Rosengarten.


Rifugio Gardeccia e Rifugio Stella Alpina - 1950m
Un primo colpo d'occhio bellissimo. Una mappatura geografica che dalle Pale Rabiouse da vita a una lunga spinale rocciosa e comporre una lunga linea di vette e campanili per chiudere un semi cerchio coronato dalle alte e lisce pareti del meraviglioso Catinacccio Rosengarten. Piccole baite e fienili al cospetto di così tanta grazie e giungere in tutta tranquillità ai rifugi Gardeccia e Stella Alpina, nel Gardecia.
Il cuore del Gardecia, il cuore di questo pianoro da dove prendono vita questi due storici rifugi e Baita Enrosadira con quella tipica struttura in legno ben lavorato a farti ricordare la montagna di una volta. Quella montagna fatta di baite e fienili internamente in legno e con quelle tipiche lavorazioni che solo abili falegnami sapevano, e sanno, incidere. Ora il sole è già alto, con quelle temperature che durante questa prima settimana di Marzo sembrano presagire un'imminente Primavera. Sto veramente bene.



Una bella pausa al Rifugio Gardeccia, quel caffè e quella prima fetta di torta buona che sarà solo la prima di una lunga giornata. Una piccola pausa dove rilassarmi su questi suoi comodi tavoli esterni e godermi questo tepore che da tanti mesi manca nella mia quotidianità. Una pausa dove la "mia" pace a volte viene interrotta e disturbata da quel chiassoso via vai che a volte trovo fuori luogo e anche fastidioso.
Momenti in cui cerco di trovare quella valida motivazione per giustificare i classici "radical chic" e tutto quel loro ingiustificato "caos" portato quassù comodamente seduti su veicoli adattati alla stagione bianca. Ben vestiti alla moda delle grandi marche, ovviamente infreddoliti anche da quelle temperature che vanno abbondantemente oltre i 10° e con quel loro "diritto" preso con forza e arroganza a dare vita a schiamazzi e a volte a quel bestemmione fuori luogo e da qualsiasi contesto immaginabile.
"L'aria e gli spazi sono di tutti certo, ma per loro credo sia più consona una SPA o altre strutture adeguate alla loro cruda personalità".
Motivo purtroppo per me valido per levare le tende sebbene le tempistiche per la mia meta finale si aggirino a quei poco più 60 minuti di un cammino leggermente più impegnativo. Una tempistica che mi darebbe diritto a prolungare questa mia prima sosta ma che, visto la sgradevole e fastidiosa situazione creatasi, non mi permette di poter sfruttare al meglio questi momenti veramente piacevoli.
Rifugio Preuss e Rifugio Vajolet - 2243m
Un risvolto decisamente diverso e che lentamente mi riporta al giusto equilibrio soprattutto mentale. Tutto ciò che mi circonda espone tutta la maestosa bellezza di queste montagne, che dalla Val de Vajolet danno vita a due versanti che guardano verso il Rosengarten e la parte più a Sud dell'Antermoia. Se il primo nelle sue quote maggiori è la linea di confine che divide il Trentino con l'Alto Adige, il secondo marca di bellezza tutto ciò che a monte della valle stessa da poi vita al grande massiccio del Catinaccio d'Antermoia, vero fiore all'occhiello dell'intera Val di Fassa.

Una serpentina che sale per un breve tratto in modo abbastanza impegnativo. La calda giornata rende la neve sciroccosa ma che richiama ugualmente l'utilizzo dei ramponcini. Aumenta anche quel dislivello necessario per trovare il punto di osservazione più bello, che guarda direttamente su tutto ciò che ora mi lascio alle spalle. Dal lontano Ciampedie a seguire così il versante più a valle della Val de Vajolet, e i rifugi Gardeccia e Stella Alpina su quel loro magnifico pianoro. Di fronte a loro si innalza la bellezza rocciosa che vede nelle creste in alta quota delle Pale Rabiouse, de le Zigolade e del Mugogn che da questo punto offrono una prospettiva completamente diversa.
Ben definite creste e campanili di pura Dolomia a disegnare su questo mio cielo azzurro delle prospettive affascinanti. Prendo il tempo necessario in questo che per ora è l'ultimo frangente panoramico prima di proseguire il mio cammino. La grande parte liscia del Rosengarten sembra così avvicinarsi a me con tutta la sua possanza e maestosità. Come pure quel tratto di cammino che ora si "infila" tra la base di questo versante e quello opposto, che vede nelle Pale di Mesdì l'Antermoia che inizia a dire la sua.

Fu inizialmente da questo punto che circa un anno fa iniziai a percepire i "sentori" di un possibile pericolo, di quel richiamo della montagna che di positivo trasmette ben poco. Un cammino che prosegue più orizzontale tra i grandi massi di roccia scaricati nel corso dei millenni dai versanti maggiori di questi due gruppi, un cammino che ora vivo nella pace e tranquillità assoluta ma che non fa dimenticare ciò che una slavina echeggia tra queste pareti. E il Rosengarten diviene così il confronto più spettacolare dell'intera giornata. Sebbene lassù, più in alto, il Rifugio Preuss sembra dominare l'intera valle da quello che io ora identifico come il "nido d'aquila", l'avvicinamento alla base della grande parete ridimensiona completamente l'eleganza di questa montagna.

Un cammino ben battuto per l'ultimo sforzo di giornata. Quassù, dove allora le scariche superiori arrivavano a coprire ciò che ora è un libero passaggio, la mia prima invernale lungo la valle trova così la sua pace eterna. Una curva dopo l'altra, con gli occhi rivolti sempre a tutto ciò che mi sta attorno. Il Preuss da prima e il Vajolet in successione per un unico punto fermo che per ora sulla terra è il più bello in assoluto.

Il Preuss offre una comoda terrazza esterna con delle panche che divengono così il mio punto di giornata, per quel mio ennesimo pranzo a sacco a farmi sentire padrone del mondo intero. I due rifugi sono chiusi durante l'Inverno, ma non per questo vengono snobbati dal mondo escursionistico. Condivido questo silenzio e queste intermittenti folate di vento con altre persone, tutti uniti nello stesso pensiero e con quell'immediata confidenza che ci avvicina come conoscenti da una vita.

Zaino a terra e con la pancia già giustificatamente deliziata del mio pranzo, inizio a muovermi all'interno di tutto ciò che per me ora risulta come "spazio eterno". La grande croce del Preuss per ammirare nuovamente tutto ciò che mi lascio alle spalle da una prospettiva maggiore e più spettacolare, per poi risalire leggermente quel sentiero che guarda verso la parte maggiore della Val de Vajolet e che nell'Antermoa e nel Rifugio Passo Principe vede una nuova pagina di una giornata che potrebbe diventare idilliaca. Ma per proseguire verso lassù, verso una nuova dimensione, come tempistica per me è già tardi.


Non mi dimentico di quel particolare già vissuto e conosciuto un paio di estati fa. Parlo di ciò che è una delle meraviglie incastonate e nascoste dal Rosengarten: le Torri del Vajolet. Viste dai due rifugi già esprimono tutta la loro bellezza, quell'eleganza e portanza che le porta a diventare una delle attrazioni escursionistiche più belle dell'intero territorio. Da "quaggiù" la curvatura rocciosa dei suoi alti campanili evidenzia quanto sarebbe perfetto raggiungerle all'interno di questa loro dimensione invernale. Ma qui, a differenza dell'Antermoia, non si tratta di tempistiche ma unicamente da un sentiero reso impraticabile dalla coltre nevosa presente.
Tento di salire per un breve tratto questo sentiero ora improponibile. Una leggera marcatura sulla neve evidenzia un sicuro passaggio lasciato da qualcuno in direzione delle Torri, ma dopo un breve tratto devo desistere, dopo che la stessa marcatura improvvisamente evidenzia una precedente resa. Già impegnativo durante l'Estate, per ora proprio improponibile visto la grande quantità di neve presente e alcune terrazze nevose più a monte e che con questo caldo non promettono nulla di buono. Meglio arretrare...

Meglio tornare ai due rifugi. Meglio starsene per quella meritata oretta al cospetto di questo meraviglioso sole, condividere delle belle impressioni con altri escursionisti presenti e di tanto in tanto quel confronto con delle curiose Gracchie sempre alla ricerca di poter condividere qualche mio avanzo di cibo. Il vento soffia forte, a raffiche intermittenti per "regolare" così in modo del tutto naturale le varie temperature che da questa improvvisa e fantomatica Primavera mi catapulta all'attuale freddo di stagione. Tutte sensazioni che mi fanno sentire vivo, libero e respirare un'aria che non solo profuma di Natura ma che mette pace alla mia quotidianità.
Ritornare sui miei passi per quel rientro con la mente pulita, rilassata e motivata di cose sempre nuove. Rientrare al Rifugio Gardeccia per quell'ora perfetta che vede nel caffè di metà pomeriggio richiamare la mia attenzione alle torte ben esposte in vetrina del Rifugio Stella Alpina, tornato finalmente libero da quel caos e da quel mondo "radical chic" che di tutto questo non ritengo opportuno possano farne parte.
Una giornata meravigliosa, una giornata che mi ha visto lassù per la prima volta durante l'Inverno, dopo che circa un anno fa quella stessa montagna mi ha esposto, con voce tuonante, la sua disapprovazione alla mia presenza.
Stefano
Grazie dal mio babbo, non solo per gli auguri di oggi, ma per questi splendidi video che guarda e riguarda per passare le giornate ormai troppo lunghe e noiose e per rivivere quelle splendide camminate su quei magnifici sentieri che anche noi abbiamo fatto per quarant' anni, grazie ancora