Nel cuore del Catinaccio, tra la Val de Vajolet e la Val d'Antermoia.
E' l'ultima uscita, almeno per me, per l'Estate in corso lungo la Val di Fassa. Con il Passo Antermoia chiudo un bel periodo all'interno di questa meravigliosa vallata e dei suoi imponenti massicci rocciosi. Ultimi passi tra questi suoi meravigliosi sentieri, per poi guardare verso nuove vallate e nuovi territori geografici delle Dolomiti.
L'Estate è ancora lunga...
Per fare questo voglio raggiungere un luogo che ho visitato un bel po di anni fa, durante una bellissima Estate in cui tutto ciò che ho fino a ora creato (Blog, canale YouTube e Social) non erano benchè minimamente parte dei mie progetti futuri di allora. E' un cammino che mi riporta così all'interno e nel cuore del meraviglioso Catinaccio d'Antermoia.
Tutto ciò che si raggruppa tra il Catinacio d'Antermoia e il Rosegnarten, è l'insieme di una serie d'irte pareti e pinnacoli di pura roccia. Bianca, pallida, come le Dolomiti giustamente tramandano ormai da milioni di anni. Una fitta rete di sentieri che dalla Val Duron si innalza verso il Passo di Dona (2515m) per poi aprirsi lungo le basi del Molignon.
Un eterno paesaggio "lunare" che dal Lago Antermoia (2490m) si incammina nella Val d'Antermopia per poi salire direttamente al passo omonimo. Da questo punto la Val del Vajolet costeggia le Cime del Vajolet e dare così vita al Catinaccio Rosengarten (Rosengarten Spitze) e chiudere questo anello meraviglioso in Roda de Vael.
Di queste ultime ve ne ho già parlato in un articolo precedente, quello che dal mio stesso punto di partenza di oggi, arrivo a monte della funivia del Catinaccio, camminava lungo un indimenticabile sentiero in direzione del Rifugio Roda de Vael.
Ciampediè - 2000m
Giornata splendida. Il sole illumina così questo mio ennesimo cielo azzurro. Decido anche in questo caso di utilizzare la Funivia del Catinaccio per evitare così quei +700m di dislivello che separa questa località a monte dal centro abitato di Vigo di Fassa. Scelta dovuta solo dal fatto di risparmiare le mie energie per quella che sarà l'ennesima e lunga giornata dopo un altrettanto lunga settimana senza sosta, sempre in continuo dislivello.
Qualche istante di sosta. Un breve tempo per guardarmi bene attorno e permettere ai miei occhi di gustarsi questo meraviglioso panorama con il sole di primo mattino. La vista verso la lontana Val de Vajolet è così splendida da meritare un piccolo spazio di tempo. Le bellissime e lisce pareti di Cima Catinaccio, tra cui spicca il Rosengarten Spitze (2981m), sono di buon auspicio per quello che laggiù tra qualche ora sarà il cuore "pulsante" di questa mia nuova giornata.
Il sentiero 540 è un piacevole cammino che tra leggeri sali e scendi si allunga con molta facilità tra i fitti boschi di Prà Martin e del Laries. Bellissime panoramiche che guardano direttamente verso i massicci opposti al Rosengarten, quei massicci che vedono in primo piano il Larsech che con le Pale de Mesdì (2756m) e il Gran Cront (2779m) aprono così uno scenario che di tanto in tanto spunta tra questa fitta foresta.
Il Gardecia - 1950m
L'inizio è l'ideale, quel perfetto binomio in cui il cammino si fa da subito facile e agevole all'interno di questa bella strada forestale in cui, grazie alla presenza di diversi totem informativi, è possibile leggere e imparare cose sempre nuove di questo habitat che ora mi accoglie. Non solo cammino dunque, ma anche conoscenza e storia di questi boschi e interessanti approfondimenti di come la Natura vive e si sviluppa nei secoli.
Un primo "passatempo" che distrae il giusto necessario senza rallentare notevolmente il mio cammino. E' così che in breve tempo, circa una mezz'oretta, raggiungo la località turistica di Gardecia dove trovo quello che considero l'ultimo avamposto di forte intensità turistica. Baita Enrosadira, il Rifugio Gardecia e il Rifugio Stella Alpina, tutti a 1950m di altitudine, è l'ultimo avamposto prima d'iniziare il cammino verso diversi e diramati sentieri.
E' già da qui infatti che pende vita una prima "scrematura" di escursionisti. Il giusto tempo da dedicare a questo punto così particolare, per poi ripartire e dare così inizio alla lunga salita che da questo frangente terminerà al Passo Antermoia. Sentiero 546 inizialmente tra i verdi alpeggi del Gardecia, per poi innalzarsi con molta foga in un primo tratto di questa strada bianca. Una forte serpentina che in breve tempo mi permette così di ammirare non solo ciò che mi lascio alle spalle ma anche una prospettiva del Gardecia tutta particolare.
E' solo la prima parte di serpentina che questo sentiero impone un leggero impegno. Il versante più a monte si trasforma poi in una facile e spensierata camminata alla base di queste imponenti vette. Se la mia sinistra tiene "incollato" il mio sguardo su tutto ciò che ora il Catinaccio Rosengarten esprime al meglio, la mia destra, oltre il Ru de Soal, le Pale di Mesdì (2756m) da questa visuale sembrano oltrepassare quel leggero strato di nuvole che ora lentamente prendono vita su questo mio cielo azzurro.
Rifugio Preuss Rifugio Vajolet - 2245m
Ora tutto quello che da Ciampediè era visto come un toccante e lontano paesaggio di roccia, questa parte finale prima di raggiungere i Rifugio Preuss e Vajolet torna a impegnare maggiormente. Una serpentina su ampia strada bianca che ora cammina proprio alla base del Rosengarten Spitze, di Punta Emma e di quella emozionante vista che si apre verso le Torri del Vajolet.
E' una lunga salita che un passo dopo l'altro prende sempre più vita. Un lungo cammino che in certi frangenti mi permette di osservare alcuni gruppi di lontani escursionisti già in cammino prima di me, e quasi rivolti a quell'ultimo tratto prima di raggiungere il rifugio più a monte.
Ora il Preuss e il Vajolet si allontanano sempre di più, lasciandomi alle spalle non solo queste due strutture ben posizionate su di una magnifica terrazza panoramica, ma allontanandomi da quel forte trambusto che troppe volte giudico insignificante in luoghi come questo.
Rifugio Passo Principe - 2601m
Uscire dal "caos organizzato" è sempre un grande sollievo. Il sentiero 584 ora diventa più impegnativo rispetto a ciò che mi lascio alle spalle. E' un meraviglioso cammino che si pone al centro di un lungo vallone roccioso, dove attorno a me iniziano così a prendere vita le spontanee presenze di grandi vette e pinnacoli antichi come il tempo.
Il solo raggruppamento di torrioni rocciosi che rientrano tutti all'interno dei vari gruppi del Vajolet (gli stessi che poi danno vita alle famose Torri del Vajolet) trasmettono quella grande possanza di queste "monumentali" montagne. Il grande massiccio di roccia del Catinaccio d'Antermoia (Kesselkogel) appare fin da subito come una continua presenza e a darmi così quel riferimento visivo in cui "è lì che devo arrivare".
Il sole inizia quell'immancabile "nascondino" che ha caratterizzato almeno questa mia prima parte di stagione. Non proprio un'Estate marcata dal bel tempo, dove per lunghi periodi (settimane) la pioggia ha notevolmente caratterizzato i miei programmi. E' un'Estate che va così e che pure per oggi sembra "invertire" in modo opposto le prime ore di questa che sembrava una solare e azzurra giornata.
I grandi cumuli di nubi grigie che lentamente si impossessano del mio cielo magari contribuiscono in modo positivo a quella forte calura stagionale e rinfrescare quella che è la parte finale (e più in pendenza) di questo passaggio lungo la Val del Vajolet. Ora i grandi prati lasciano spazio a questo grande vallone roccioso, per dare vita alle grandi vette che da Cima Scaliert (2887) a Cima Làrsèch (2891m) chiudono questo magico cerchio.
Che il Rifugio Passo Principe fosse già da un po di tempo in fase di ristrutturazione era una notizia che si sapeva. Ciò che non avrei pensato è di trovarlo ancora per questa stagione un "cantiere" a cielo aperto. Dopotutto la cosa è ben pensabile. Lavori di questo tipo e soprattutto all'interno di un ambiente/contesto come questo si possono fare unicamente d'Estate ma questo, indipendentemente dal "disagio" che ne potrebbe scaturire, ne fa una struttura completamente funzionale sia dal punto di vista ristorativo che di ospitalità notturna.
Mi accomodo per il pranzo con grande piacere, indipendentemente da ciò che sembra.
E il piacere gustativo va al di sopra di ogni cosa, soprattutto dopo la lunga camminata per giungere fin quassù. Un piacere in cui dedicare anche un po del mio tempo per una facile e distensiva camminata "zaino a terra" e approfittare di una bellissima apertura del cielo per guardarmi bene attorno, e scrutare così angoli e valloni adiacenti al rifugio.
Pausa ristoratrice ad hoc. Ora la parte finale, quella mezz'oretta di salita per giungere così al mio obbiettivo di giornata.
Passo Antermoia - 2770m
Lascio dietro di me tutto ciò che ho potuto raccogliere in questo cammino lungo la Val del Vajolet. Lascio un ambiente naturale dove gli alpeggi del Gardecia si sono lentamente diradati in prati dove raramente vi si trovano animali liberi al pascolo. Ora il sentiero 584 sale camminando alla base della grande montagna, quella del Catinaccio d'Antermoia.
Vado così ad aprire un nuovo contesto naturale, dove una franosa e impervia serpentina sale in direzione del passo Antermoia, aprendo il sipario su di un nuovo scenario naturale che ben rappresenta l'intero habitat di cui si compone buona parte dell'intero gruppo montuoso che accoglie a se l'Antermoia, il Catinaccio e il Roda de Vael.
E' quassù che inizio a trovare anche la neve. Ampi fazzoletti bianchi che vanno in perfetto contrasto con la "purezza" di questa roccia friabile e franosa. Un ambiente naturale selvaggio e che sembra appartenere a quella stessa epoca lontana in cui tutto questo prendeva vita. La roccia di Dolomia diviene così per l'ennesima volta quell'ambiente "lunare" che tante volte io decanto nei miei pensieri e nelle mie osservazioni.
Il panorama è un qualcosa d'indimenticabile, indescrivibile. Da Cima Làrsèche (2891m) a Cima di Laussa (2876m) per poi proseguire lungo "eterni" e "inviolabili" ghiaioni frastagliati e all'apparenza mai percorsi dall'essere umano. Trovo quel punto perfetto per raccogliere le immagini perfette per questo mio pensiero, dando così vita alla mia immaginazione e a tutto ciò che ora mi circonda.
La neve mi accompagna così al Passo Antermoia. Punto per me di arrivo e di quota maggiore per l'intera giornata. Il passo è quel riferimento di transito che poi raccoglie a se altre storie e avventure all'interno di queste montagne. Dal passo stesso una bellissima panoramica che scende lungo la Val d'Antermoia e sale al cielo grazie alle lontane vette del raggruppamento del Molignon.
Vette che più a valle aprono un nuovo capitolo escursionistico. Quell'oretta di facile discesa e cammino all'interno dell'Antermoia, un pianoro roccioso spettacolare, e giungere così al quel fantastico lago in alta quota che di poco anticipa il Rifugio Antermoia.
Ma questa sarà in futuro una nuova storia da raccontare...
Momenti di riflessione che ora valgono una vita intera. Ho dato il minimo del mio tempo necessario per il pranzo, per poi dedicarmi a tutto cuore a questo luogo. Tutto questo perchè quando tanti anni fa salii quassù direttamente dalla Val Antermoia, i miei ricordi erano così talmente chiari e limpidi da riportar in vita il valore personale di questo passaggio.
Pure quassù lascio per un po di tempo il mio zaino a terra. Mi muovo così "liberamente" tra queste piccole forcelle e questi punti così particolari, per contemplare con me stesso la bellezza e la forte energia che riesco a percepire. Le nuvole di tanto in tanto coprono il mio sole, regalandomi quei momenti molto piacevoli in cui la fresca brezza prende possesso di ogni mia singola parte, di ogni mio sentimento più puro.
"E' quel sentimento che desidero condividere con tutto ciò che ora mi sta attorno..."
Stefano
Splendida descrizione di luoghi che vorrei visitare
Sembra fattibile anche da escursionisti di media esperienza