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Malga Franzedàz - Agordino

Invernale ai piedi della Marmolada e delle Cime d'Auta.


 

Camminare ai piedi della "Regina" è da sempre una bella sensazione. Dell'intero arco delle Dolomiti la Marmolada non è solo la vetta più alta in assoluto ma racchiude a se la bellezza e la maestosità che si può toccare con mano.

Sebbene il versante che mi accingo a risalire non offre quel lato "migliore" e indiscutibile, Malga Ciapela rimane quel punto di partenza di quel primo tratto di funivia che ti accompagna alle soglie del cielo.




 



Malga Ciapela - 1420m


Ma per ora si tratta solo di quelle aspettative che in questa mia giornata mi tiene invece con i piedi per terra. La Valle Ombretta è quel mio primo punto di riferimento che da Malga Ciapela si allunga dolcemente su di una comoda e facile strada interna. Il Camping Marmolada e l'agriturismo Malga Ciapela solo per tenere in considerazione questi primi punti di appoggio.


La mattina è ancora fredda, su di un cielo azzurro che trattiene a se ampie lastre di ghiaccio lungo questa strada asfaltata. Sono costretto all'utilizzo del ramponcini per evitare così spiacevoli e improvvise situazioni. Il sole già leggermente alto illumina il versante a Est della Regina, mentre il primo traliccio di funivia che collega Malga Ciapela con le Pale dei Menin è già in funzione per accompagnare in quota i primi gruppi di sciatori.





Sia il campeggio che l'agriturismo rimangono ancora chiusi, in attesa di quella stagione migliore per dare poi vita a una nuova Primavera che dalle previsioni odierne sembra già avvicinarsi quel poco da regalare le prime illusioni. Solo le acque del torrente Pettorina mi fa compagnia con quel piacevole frastuono che traduco da sempre come "vita" di questa mia Natura.


Tutto scorre in pace e tranquillità Un facile cammino su questa battitura che in prossimità dell'agriturismo lascia l'asfalto ghiacciato per fare posto alla neve friabile e ben battuta da qualche mezzo meccanico. Di fronte a me ora la Valle Ombretta inizia a darmi quei nuovi punti di riferimento per quel cammino che alle quote maggiori conduce poi in Malga Ombretta (1900m) e successivamente al Rifugio Falier (2080m).



Dall'Agruturismo Malga Ciapela verso la Val Ombretta
Dall'agriturismo Malga Ciapela verso la Val Ombretta


E' la mia prima volta quassù, un piacere che così si moltiplica come l'attenzione che pongo verso ogni minimo particolare. Rimango ancora in ombra mentre le prime pareti rocciose del Piz Serauta e Cima Serauta vengono perfettamente disegnate dal sole e identificare già quelle prime quote che si innalzano oltre i 3.000m. Un fermo immagine fantastico, che dimostra perfettamente la grande imponenza di ciò che per ora guarda verso il mio cielo.




In Val de Franzedas


I boschi non mancano mai. Oltrepassato l'agriturismo la serpentina entra tra questa fitta vegetazione, dove il respiro di una giornata per ora fredda si mescola a quel profumo che solo il bosco riesce a trasmettere e quei primi raggi di sole che finalmente dalle spalle del Monte Alto (Auta 2545m) anticipa una giornata che aggiunge il profumo della Primavera. La mia motivazione è a mille. Gioia, curiosità, voglia di camminare così all'infinito e quel forte desiderio in cui i miei occhi hanno fame di Natura viva.





Gioia e curiosità, le stesse che colgono la mia attenzione al cospetto di una serie di indicazioni di sentiero. Il mio, il sentiero 689, inizialmente segue le indicazioni per il Rifugio Falier e la Val Ombretta ma ciò che attira la mia curiosità è una linea di cammino ben battuta che si avvia verso i boschi della parte più bassa della Val de Franzedas. E' un sentiero interno, il 684,che sulle mappe risulta come una via secondaria da percorrere in teoria solo d'Estate.


Nel suo incognito lo vedo ben battuto. Un controllo veloce alla mia mappa per valutare una possibile via che più a monte conduce in Malga Franzedàz, e la possibilità di creare un perfetto anello che vede in un possibile rientro al punto di partenza scendendo direttamente dai versanti che per ora mi vedono unicamente in fase di salita. Vado così per istinto, cambiando per ora quelli che sono i miei programmi. Valuterò poi strada facendo.



Il sole illumina la bellezza delle Pale dei Menin (Marmolada)
Il sole illumina la bellezza delle Pale dei Menin (Marmolada)


Una leggera discesa attraverso questi suoi boschi gelidi. La marcatura fa ben sperare in quel improvviso fuori programma che come in questi casi diviene fattibile al momento. La neve però risulta maggiormente consistente rispetto a prima. Ramponcini e ghette non sono più sufficienti per proseguire in modo agevole. E' così che con ciaspole ai piedi proseguo lungo questa linea di demarcazione che improvvisamente esce dai boschi per condurmi su un pianoro a cielo aperto dalle mille aspettative.


Una magnifica visione di ciò che ora entra in scena all'interno di un contesto naturale di tutto ciò che da questo versante raggruppa le intere cime delle Auta. Dal Monte Alto a dare così vita alla lunga cresta rocciosa che con i versanti maggiori delle Cime d'Auta si allungano in lontananza in direzione di Forca Rossa. Mi vedo così chiuso all'interno di un anfiteatro roccioso di grande spettacolo naturale. Le Auta come si vedono da questo angolo dell'alto Agordino, a dimostrare quella loro possanza che mai penseresti.



Le Auta (versante Nord dalla Val de Franzedas)
Le Auta (versante Nord dalla Val de Franzedas)


Tutto questo merita una piccola pausa. Zaino a terra un piccolo spuntino per guardarmi per bene attorno. Il silenzio all'interno di questo "mio" teatro naturale si accompagna con quella dolce sinfonia dettata da una leggerissima brezza che dai versanti maggiori si scarica con delicatezza all'interno di questo mio pianoro. In questo mio spazio che sembra infinito il sole ancora non riesce a penetrarvi, ben nascosto dalla grande mole del Monte Alto (Auta) a creare così una strana alchimia di colori freddi. Dalla roccia ricoperta di ghiaccio a quel blu intenso del gelo a rendere tutto uniforme e contrastato unicamente dai colori più scuri dei boschi che mi circondano.


L'intento di proseguire trova il limite maggiore in questo punto. Per quanto io mi guardi per bene attorno alla ricerca di quel proseguo, noto che il mio cammino, e le mie aspettative, si fermano proprio all'interno di questo pianoro dove le ultime tracce si disperdono attraverso i boschi. Nulla di fatto, se non la soddisfazione di aver seguito nuovamente quel mio intuito che per l'ennesima volta non ha deluso le mie aspettative. Rientro così sui miei passi, in direzione di quel cambio di sentiero che poco tempo prima mi aveva illuso di quel perfetto fuori programma.


La forestale iniziale prosegue in quel tratto in cui ora il dislivello maggiore si fa sentire sulle gambe. Aumentando di passo in passo la quota, finalmente il sole che inizia a riscaldare questa mia prima parte di mattina gelida. Mi lascio alle spalle quei primi versanti a Sud della Regina per un cammino che scorre non senza impegno lungo la base rocciosa delle bellissime pareti che raggruppano le vette del Fop. Lisce e ben pulite dal calore del sole, sicuramente un punto di riferimento perfetto per chi dell'alpinismo ne fa non solo uno sport ma anche uno stile di vita.



Dal sentiero verso le pareti delle Pale del Fop
Dal sentiero verso le pareti delle Pale del Fop


Il sole finalmente...
Il sole finalmente...


Inizio leggermente a soffrire. Stranamente il mio corpo sembra sentire quella leggera sofferenza dovuta a quei fattori che forse da mesi non percepisco. Non so se dipenda solo dalle improvvise "impennate" di questo tratto finale, ma sia per il forte caldo che improvvisamente si fa sentire che per l'abbigliamento che tengo addosso la mia reazione fisica mi impone un piccolo stop. Via di dosso tutto ciò che ora risulta superfluo e che non fa altro che "appesantire" la mia fatica. In cammino utilizzando solo i ramponcini (ciaspole tolte una volta rientrato sulla forestale centrale) la neve diviene così maggiormente sciroccosa e bagnata da questo improvviso cambiamento di temperatura.


La mia applicazione mi indica quei +20° di temperatura, incredibile solo al pensiero in cui meno di un'ora fa ero vicino allo 0 tondo tondo. Tratto di salita finale dove di tanto in tanto fermarmi per scrutare al meglio ogni singolo particolare di questo mio nuovo Paradiso in terra. Non solo le alte vette del Fop, non solo la lunga cresta rocciosa delle Auta che ora acquisiscono maggiore bellezza, ma anche un cielo azzurro riscaldato da un sole meraviglioso. La giornata ora diviene unica e per ora inimitabile.




Malga Franzedàz - 1985m


Un pianoro ondulato da una coltre di neve quasi a voler nascondere la malga e le piccole strutture adiacenti. Tanta di quella neve quassù da dover utilizzare nuovamente le ciaspole per potermi così liberare in un intenso e piacevole cammino. L'unità centrale e una serie di stalle in pura pietra di Dolomia a voler ornare di storia questo luogo meraviglioso.





Il mio pranzo a sacco di metà giornata si contorna di un fermo immagine dove da Malga Ciapela l'orizzonte prende vita in ciò che sono quei versanti della Marmolada che si dividono tra la Valle Ombretta e la mia, la Val de Franzedas. Il mio ora è un panorama che segue l'intero versante del Fop che ora mi si presenta nella sua completa espansione, evidenziando in modo perfetto la lunga cresta e le lineature rocciose che rendono merito a questo gruppo montuoso.



Malga Franzedàz - 1985m
Malga Franzedàz - 1985m


A Sud il Forca Rossa è per ora il punto più lontano. Un punto di riferimento geografico che nel suo versante che segue scende in Valfreda, nel Fuciade verso il Passo San Pellegrino e il territorio di Falcade. Ma è da qui che la mia panoramica a 360° si espande completamente lungo il versante di pura roccia delle Cime d'Auta. Una cornice perfetta, dove al centro di tutto questo ci sono solo io nella mia completa solitudine e Malga Franzedàz.





Una ristretta area dove la malga e le sue stalle si pongono come quel quadro abbracciato dalla cornice perfetta. Zaino a terra anche ora, ciapsole ai piedi e la libertà di muovermi al cospetto di questo luogo magico. Bianche dune da risalire in tutta calma dove scoprire a qualche centinaio di metri altre piccole baite tenute ben nascoste dal silenzio e da questi piccoli versanti che leggermente mi alzano di una leggera quota. Una spensieratezza e una libertà di movimento dove mi trovo per l'ennesima volta nella solitudine assoluta.



Verso il Monte Alto (Auta - 2545m)
Verso il Monte Alto (Auta - 2545m)


L'ennesima alchimia prende così piede, in quella che io per ora non riesco a esprimere con le parole al meglio. Lascio alle mie immagini il compito di testimoniare tutto questo, caldo sole e cielo azzurro compreso.









Una malga che si compone di una struttura unicamente agricola, aperta durante l'Estate unicamente per gli alpeggi in alta quota e che non offre ospitalità turistica. Bellissima occasione da vivere in tutte le stagioni per la bellezza del luogo, i panorami e la maestosità delle vette che la circondano e per il medio impegno che pone il sentiero.





Un sentiero invernale che per la fase di rientro segue la stessa via di cammino della salita mentre, nel resto della stagione e in assenza di neve, vede nel 684 l'occasione perfetta per il rientro ad anello direttamente in Malga Ciapela.




Stefano







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